Il festival della Fondazione Circolo dei lettori torna per la 19. edizione: appuntamento a Torino dal 27 settembre al 1 ottobre per parlare agli assenti e ragionare della morte ovvero della vita.
Quattro giorni di incontri, dialoghi, lezioni e letture per crescere insieme, attraverso il confronto tra coscienze, l’incrocio di fedi, culture e religioni provenienti da ogni parte del mondo.
Progetto dalla Fondazione Circolo dei lettori, Torino Spiritualità è divenuto negli anni un imperdibile appuntamento per migliaia di persone provenienti da ogni parte d’Italia. Non un pubblico generico, ma vera e propria comunità di pensiero e ricerca, anima di un dialogo fecondo che intreccia parole, silenzi, ascolto ed esperienza.
Dialoghi, lezioni e letture per indagare se stessi e cercare il significato del nostro tempo.
Il programma completo di Torino Spiritualità 2023 Agli assenti. Della morte ovvero della vita è su www.torinospiritualita.org/programma-2023/
Anche quest’anno l’Unione Buddhista Italiana partecipa Torino Spiritualità con i seguenti incontri:
Venerdì 29 settembre h.18.00 – MAO Museo Arte orientale
LA MORTE: TRA COMPRENSIONE NATURALISTICA E INCOMMENSURABILITÀ
con FRANÇOIS JULLIEN, filosofo – traduzione consecutiva Marcello Ghilardi
in collaborazione con Unione Buddhista Italiana
Spostarsi in Cina significa abbandonare il linguaggio dell’Essere e la drammatica contrapposizione tra “essere” e “non essere”: la morte non è più una caduta nel Nulla, ma è la “grande trasformazione” in cui la concentrazione del mio respiro, il qi, si dissolve fondendosi nei flussi cosmici, in ciclo continuo con la vita. Per capire la morte devi capire la vita, diceva Confucio. Ma, si domanda il noto filosofo e sinologo francese François Jullien, che ne è dell’evento della morte? Non fa forse sorgere l’incommensurabile nel mondo? Non apre uno iato che pos- siamo fingere di non vedere, ma che non possiamo fermare?
Sabato 30 settembre – MAO Museo d’Arte Orientale
h.15.00
VIVERE LA DISTANZA: ASSENZA, RIPRESA, RE-INCONTRO
con MARCELLO GHILARDI, filosofo e studioso del pensiero orientale in collaborazione con Unione Buddhista Italiana
Diverse tradizioni e numerosi racconti popolari, tra Europa e Asia, portano in primo piano la dimensione delicata e ambigua in cui i vivi e i defunti entrano in relazione. Chi è morto lascia delle tracce, resta “in contatto” con chi è vivo; talvolta la sua presenza-assenza è di conforto, talvolta diventa una dimensione spettrale e ossessionante. Si tratta quindi di soffer- marsi sulle possibilità che si aprono al soggetto che rimane in vita, sia dal punto di vista di un’elaborazione del lutto, sia da quello di un distacco che non sia oblio o cesura, ma rilancio di energie e continuazione del rapporto in nuove forme.
h. 17.00
NON DICO VITA, NON DICO MORTE
con DARIO DOSHIN GIROLAMI, monaco buddhista, abate e guida spirituale del Centro Zen l’Arco – Zenmon Ji e MATTEO CESTARI, docente di Religioni e filosofie dell’Asia Orientale modera ELENA SEISHIN VIVIANI, monaca buddhista e vicepresi- dente Unione Buddhista Italiana
in collaborazione con Unione Buddhista Italiana
Un monaco buddhista di tradizione Zen Soto e uno studioso di religioni e filosofie orientali incrociano esperienze e compe- tenze per provare a destrutturare la paura della morte nelle sue diverse componenti, insegnando ad accoglierne l’indicibi- lità quale cifra di una verità che non solo dimora da sempre nelle nostre esistenze, ma che ci restituisce il valore del reale.
Domenica 1 ottobre h. 15.00 – 17.30 – Circolo dei lettori, Sala Musica
VIVERE E MORIRE CON CONSAPEVOLEZZA:
con CATERINA GIAVOTTO, tanatologa culturale e MANUELA FERRARI, avvocato e volontaria in assistenza ai ma- lati oncologici
in collaborazione con Unione Buddhista Italiana
Un’occasione per riflettere insieme e condividere esperienze sul tema delle scelte specifiche che si possono fare in vista dell’ultimo periodo di vita. Guidati dall’avvocato Manuela Ferrari e da Caterina Giavotto, coordinatrice del corso di formazione La consapevolezza del vivere e morire organizzato dall’Agenda Cura dell’Unione Buddhista Italiana, i partecipanti si interrogheranno su deontologia ed etica nel fine vita, biotestamento e disposizioni anticipate di trattamento (DAT), alla luce di questa evidenza: se il dolore non è sempre evitabile, vi è però uno spazio di alternative nel decidere come viverlo.