Fu nella notte del suo risveglio che il Buddha raggiunse la chiara e totale comprensione di che cosa significasse rinascere. Venne a conoscenza delle sue esistenze passate e nella sua mente si dipanarono i complessi rapporti tra la rinascita, la genesi dipendente e il karma, fulcro dell’insegnamento che in seguito avrebbe poi esposto ai suoi discepoli e alle sue discepole. Sin dall’antichità queste tematiche furono fonte di fraintendimenti, dubbi e domande che diedero adito ad accesi dibattiti anche all’interno di culture dove tale dottrina era accettata. Come spiegare infatti la possibilità che qualcosa di apparentemente immateriale come la coscienza passi di vita in vita in un diverso corpo materiale? Forse perché anche la coscienza, in virtù di questo passaggio, doveva avere un certo grado di materialità, che poteva essere quantificato attraverso esperimenti che ne fornissero misurazioni il più precise possibili? E se così si trattava, in che forma e in quale parte del corpo si trovava? Nell’ottica buddhista il rinascere non poteva però ridursi alla sempiterna dicotomia che contrappone materia e spirito, perché le implicazioni di tale questione eccedono la mera visione materialistica e comportano un cambio radicale di paradigma: la comprensione della relazione di genesi dipendente o condizionalità tra ...
Leggi di più