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Il direttivo EBU riunito a Bruxelles

Costruiamo il Buddhismo europeo!

Porre le basi per lo sviluppo di un vero Buddhismo europeo capace di cogliere le sfide della contemporaneità e proporre una propria idea di società: questa la sfida prioritaria che il nuovo Consiglio direttivo dell’Unione Buddhista Europea, a guida italiana, avrà di fronte nei prossimi tre anni. Con l’impegno di conservare le radici della tradizione ma, da qui, partire verso il futuro.

 

Cura, dialogo, innovazione e attenzione ai temi sociali più urgenti e soprattutto riflessione aperta non solo sulla propria specifica identità ma, più in generale, su un’idea di umanità da immaginare e guardare attraverso le lenti e i valori profondi di una storia che ha la sua specificità e sensibilità: queste le direttrici che ispireranno la ricerca, il lavoro e le strade, gli strumenti in relazione aperta con il mondo. La sfida toccherà i temi più strettamente legati al pensiero religioso buddhista e a quello accademico, vie parallele da cui passa la definizione di una chiara presenza buddhista nella società. Ma non solo: centrale sarà anche il rapporto con le Istituzioni europee e con altre confessioni religiose nel lavoro comune e nel confronto. Così come la concreta azione nella società civile attraverso i progetti e le iniziative di studio e approfondimento. 

 

In continuità con lo spirito che l’ha caratterizzata in questi anni, l’EBU sarà la casa di tutti i suoi membri, delle rappresentanze di ciascun Paese che ne fa parte e delle specifiche peculiarità culturali e di pratica. Di tutti i cittadini europei e di coloro che hanno un’origine in paesi asiatici. Sarà la casa di tutte le anime europee e di tutte le istanze che emergeranno nel rispetto di quello che è lo spirito del Dharma dove l’equanimità, la gentilezza, la compassione guidano i nostri passi. Un atteggiamento che sarà sempre fermamente costruttivo, non rivendicativo e non divisivo. Soprattutto nei contesti in cui il dialogo con la politica o la discussione su temi che toccano profondamente la sensibilità di ciascuno richiederanno un’attenzione particolare in modo che nessuno si senta discriminato o non ascoltato.

 

Continuerà l’impegno prezioso sui temi che hanno visto coinvolta l’EBU in questi anni, soprattutto grazie all’impegno dei suoi membri e sostenitori, perché una voce buddhista forte è ormai irrinunciabile e perché questa voce è in grado di fare la differenza. Non ci si nasconderà di fronte alle sfide dell’oggi che rendono l’umanità fragile: il tema ecologico e il rispetto della nostra terra, la povertà e il disagio sociale, l’educazione e il futuro dei giovani, le discriminazioni di ogni genere, la presenza pervasiva del digitale e dell’Intelligenza artificiale che richiede una seria riflessione di carattere etico oltre che pratico.

 

Il Dharma offre insegnamenti e strumenti preziosi che possono illuminare questo confronto e, ancora una volta, a maggior ragione, rendono urgente prendere in carico il tema della nostra identità o delle nostre identità, non più demandabile se si vuole portare un contributo di valore e affrontare un bisogno di un pensiero religioso in modo serio. E la ricerca di una possibile definizione può partire dalle parole di Bernie Glassman, maestro zen americano, e dalla sua riflessione sulle forme di una nuova identità buddhista occidentale:

Non sarà un Dharma senza rituali. Considero i rituali celebrazioni dei riti di passaggio, e penso che ci saranno sempre. Conserveranno un saldo fondamento nel luogo in cui avranno origine. Il Buddhismo non pretende affatto che si osservi il rituale di mille anni fa: la gente adotterà il rituale del suo tempo. Le cose emergono nella vita – come avviene con la nascita e la morte – e la gente vuole in qualche modo celebrarle. Ci sarà sempre un desiderio di ritualità.

Le cose emergono nella vita, certamente. E dunque sarà dalla vita dei prossimi anni che potremo vedere cosa emergerà. Non mancherà l’impegno, anche serrato, ma il viaggio e l’approdo in un porto ancora sconosciuto saranno certamente entusiasmanti.  

 

Eletto a Bruxelles il nuovo direttivo EBU

In occasione della Assemblea Generale Annuale dell’Unione Buddhista Europea che si è tenuta nel palazzo Maison Notre-Dame du Chant-d’Oiseau a Buxelles, in Belgio, il 24 e 25 settembre, è stato eletto il nuovo Consiglio Direttivo che resterà in carica per i prossimi tre anni, fino al 2026.

 

Il nuovo presidente è l’italiano Stefano Davide Bettera, che ha ricoperto il ruolo di vice per i due precedenti mandati. Vice-presidente è stato eletto Carlo Luyckx, attuale presidente dell’Unione Buddhista Belga. Il ruolo di Tesoriere sarà ricoperto da Michael Ritman, come nel mandato precedente. Gli altri quattro membri sono Munisha Catherine Hopper, membro del Triratna Buddhist Order, Roxanna Pang, Segretaria Generale del Fo Guang Shan Europe, Carlotta Segre, del Centro Kunpen Lama Ghangcen e Jake Lyne, dalla Western Chan Fellowship

 

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